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venerdì 18 settembre 2015

Una diagnostica tramite la saliva


Per chi, come me, ha imparato qualche regola della strada, nel senso buono del termine, ricorderà che quando avevamo l'età più fulgida e i nostri giochi ci provocavano una piccola ferita, bastava metterci su un po' di saliva per disinfettare in modo naturale la zona appena intaccata. Poi, crescendo, la pseudo-civiltà ci ha abituato ad usare alcuni prodotti di sintesi, ma la natura non ha certo cambiato l'acidità di quel fluido. Esso, però, non ha solo proprietà disinfettanti della prima ora: a sentire i ricercatori della University of California, a San Diego, contiene anche diverse informazioni attinenti la nostra salute. E se intercettate con tecnologie all'avanguardia, possono essere utili a diverse categorie professionali, oltre che ad alcune tipologie di pazienti.

La saliva come mezzo diagnostico ha il vantaggio di essere raccolto senza l'invasività di un prelievo di sangue ed è facile da conservare. Recenti ricerche indicano che le concentrazioni di molte sostanze nella saliva hanno un dosaggio molto vicino a quello presente nel sangue. Ma i tecnici californiani sono stati i primi a dimostrare la possibilità di monitorare dei contenuti salivari rilevanti come l'acido urico o il lattato, in modo continuo e in tempo reale. Così hanno pensato ad un paradenti che equipaggia alcuni sensori in grado di rilevare la concentrazione di tali sostanze. 

Un dispositivo del genere potrebbe essere utile ai soldati, ai piloti di aerei e agli atleti, ma anche a pazienti in ospedale. Esso trasmette in modalità wireless le informazioni verso uno smartphone o un pc tramite la tecnologia Bluetooth Low Energy (anche detta Bluetooth Smart), i cui consumi sono di gran lunga inferiori rispetto al Bluetooth tradizionale. I primi test fatti con i sensori installati nel paradenti e con la saliva umana sono stati positivi, il passo successivo sarà quello di provarlo nella bocca di una persona.

David Walt, un professore di chimica presso la Tufts University, nei pressi di Boston, ha sollevato dubbi circa l'efficacia di un simile prodotto, sia perché i componenti presenti nella saliva ed in equilibrio con il sangue sono piccoli, sia perché la quantità secreta dell'uomo varia da un momento ad un altro. Nonostante ciò, l'Air Force americana si è detta interessato a questi sensori indossabili (o meglio, imboccabili) che potrebbero monitorare i livelli di stress dei piloti. Ma secondo il professor Mercier, alla guida del team della University of California, la piattaforma con paradenti è il miglior compromesso tra scarsa invasività e misure in tempo reale. Come tutti i tipi di diagnostica, più grande è la mole di dati che si ottiene, maggiore è la probabilità di aumentare la conoscenza, per fare dell'analisi della saliva una forma di indagine sempre più accurata. 





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