Per
chi, come me, ha imparato qualche regola della strada, nel senso
buono del termine, ricorderà che quando avevamo l'età più fulgida
e i nostri giochi ci provocavano una piccola ferita, bastava metterci
su un po' di saliva per disinfettare in modo naturale la zona appena
intaccata. Poi, crescendo, la pseudo-civiltà ci ha abituato ad usare
alcuni prodotti di sintesi, ma la natura non ha certo cambiato
l'acidità di quel fluido. Esso, però, non ha solo proprietà
disinfettanti della prima ora: a sentire i ricercatori della
University of California, a San Diego, contiene anche diverse
informazioni attinenti la nostra salute. E se intercettate con
tecnologie all'avanguardia, possono essere utili a diverse categorie
professionali, oltre che ad alcune tipologie di pazienti.
La
saliva come mezzo diagnostico ha il vantaggio di essere raccolto
senza l'invasività di un prelievo di sangue ed è facile da
conservare. Recenti ricerche indicano che le concentrazioni di molte
sostanze nella saliva hanno un dosaggio molto vicino a quello
presente nel sangue. Ma i tecnici californiani sono stati i primi a
dimostrare la possibilità di monitorare dei contenuti salivari
rilevanti come l'acido urico o il lattato, in modo continuo e in
tempo reale. Così hanno pensato ad un paradenti che equipaggia
alcuni sensori in grado di rilevare la concentrazione di tali
sostanze.
Un dispositivo del genere potrebbe essere utile ai soldati,
ai piloti di aerei e agli atleti, ma anche a pazienti in ospedale.
Esso trasmette in modalità wireless le informazioni verso uno
smartphone o un pc tramite la tecnologia Bluetooth Low Energy (anche
detta Bluetooth Smart), i cui consumi sono di gran lunga inferiori
rispetto al Bluetooth tradizionale. I primi test fatti con i sensori
installati nel paradenti e con la saliva umana sono stati positivi,
il passo successivo sarà quello di provarlo nella bocca di una
persona.
David
Walt, un professore di chimica presso la Tufts University, nei pressi
di Boston, ha sollevato dubbi circa l'efficacia di un simile
prodotto, sia perché i componenti presenti nella saliva ed in
equilibrio con il sangue sono piccoli, sia perché la quantità
secreta dell'uomo varia da un momento ad un altro. Nonostante ciò,
l'Air Force americana si è detta interessato a questi sensori
indossabili (o meglio, imboccabili) che potrebbero monitorare i
livelli di stress dei piloti. Ma secondo il professor Mercier, alla
guida del team della University of California, la piattaforma con
paradenti è il miglior compromesso tra scarsa invasività e misure
in tempo reale. Come
tutti i tipi di diagnostica, più grande è la mole di dati che si
ottiene, maggiore è la probabilità di aumentare la conoscenza, per
fare dell'analisi della saliva una forma di indagine sempre più
accurata.
(fonte
http://www.technologyreview.com/news/541111/smart-mouthguard-monitors-your-saliva-and-your-health/)
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